Salviamoci dalla fine del mondo!!! by Ada



Chi di voi crede nella fine del mondo nel 2012? Bè, potete stare tranquilli! L’apocalisse, grazie al reparto Andromeda, è ancora ben lontana! Questo era il nostro tema al campo estivo, salviamoci dall’apocalisse. Destinazione? Lago di Ledro. Partenza dell’alta squadriglia (terzo e quarto anno) sabato 16 luglio, con tanta, tantissima voglia di godermi il più possibile ogni singolo momento di questo mio ultimo campo, prima di passare in noviziato.

 Come capo squadriglia delle Volpi, avevo molte aspettative dalla squadriglia, ma non avrei mai pensato di averle viste tutte così attive e intraprendenti. Fin dal primo giorno siamo tutti molto carichi di energia e di voglia di fare, ma soprattutto con tanta voglia di cantare. Montando il campo sono veramente pochi i momenti in cui c’è silenzio! Il giorno dopo inizia l’avventura a tutti gli effetti, con l’arrivo di tutto il reparto, e si comincia la costruzione di tende e angoli di squadriglia. Con sottofondo musicale sempre presente! I giorni seguenti si svolgono le attività preparate dai capi o dalle squadriglie stesse, e mercoledì lasciamo il nostro campo per raggiungere il lago. Si cammina un po’, ma ne vale proprio la pena. L’acqua del lago è abbastanza fredda, ma altrettanto bella e limpida. Quasi tutti ci buttiamo dentro subito, non pensando alla temperatura. Usciamo dall’acqua per pranzare, e subito dopo ci dividiamo in 4 gruppi e iniziamo la costruzione delle zattere, con dei bandotti e dei pali. Con troppa fretta di entrare in acqua, io e il mio gruppo costruiamo una...cosa-a-cui-non-si-può-dare-un-nome che non sembra proprio in grado di galleggiare. Ci saliamo in 4, ma dopo 2 minuti cadiamo tutti in acqua ridendo. Ma poi vediamo che anche le altre zattere non hanno vita molto più lunga della nostra, soprattutto se ci si monta in più di 10..! Per fortuna quella dei capi tiene bene, e riusciamo a fare i tuffi da lì. Guardando le facce degli altri vedo solo sorrisi e sento solo risate. Parlando con un’amica diciamo entrambe di sentirci così fortunate di poter fare esperienze del genere. “Ma pensa, con chi altro fai cose simili se non con gli scouts?!” Il reparto intero (capi compresi!) è entusiasta di questa giornata. Si torna al campo stanchi ma felici, ignari del fatto che la giornata seguente sarebbe stata ben più impegnativa! La sera i capi annunciano a noi dell’alta squadriglia che il giorno dopo  saremo partiti per l’uscita di alta, una lunghissima, faticosissima, durissima e quasi mortale camminata, che ci avrebbe portati al rifugio Pernici. Avremo pernottato lì, e il giorno dopo saremo tornati al campo. Così giovedì la sveglia per noi suona prima, e, mezzi assonnati, partiamo. E sotto il sole caldissimo, e con lo zaino pesante, la fatica non mancò proprio in quell’uscita. Soprattutto se il fiato veniva usato per cantare a squarciagola invece che per respirare!! Ma in effetti, ripensando a quei momenti, non è la fatica la prima cosa che mi viene in mente. Quasi tutto il giro era in cresta, e tutto il paesaggio che si apriva era stupendo. E poi ovviamente, la compagnia era ottima! “Michelaaaaa, ecco il rifugiooo!!” e via a correre come due disperate per raggiungerlo (con chissà quali forze!). Dopo esserci lavati e sistemati tutti, finalmente arrivò il momento più atteso in tutto il campo, lo scopo fondamentale di un’uscita di alta: la cena in rifugio! Con ovviamente le porzioni da rifugio! Con gli spaghetti che ci uscivano dagli occhi, abbiamo giocato un po’ a carte prima di andare a letto, e la felicità di tutti era alle stelle.

Il risveglio è molto tranquillo, ma soprattutto in un letto vero. Altro che i materassini e le tende.. Dopo una colazione per un esercito intero, si comincia la discesa. Ed è soltanto vedendo il lago che capiamo dove ci stavano portando i capi. Arrivati in una spiaggia del lago, veniamo accolti con gioia da tutto il resto del reparto e, recuperate le energie, facciamo il bagno.

Un fischio forte, per chiamare i capi squadriglia, interrompe la quiete dopo la doccia, una volta tornati al campo. “Ma che cavolo vogliono i capi stavolta??! Neanche il tempo di rilassarci un po’ dopo tutta questa fatica!” penso, andando verso la Coca (la tenda dei capi). E in quel momento vedo il mio alpenstok in mano a un capo. Tutti i nostri alpenstok (cioè i bastoni di squadriglia) sono in mano ai capi, uno a testa, che si trovano nel posto in cui noi ci mettiamo di solito quando loro ci chiamano. E subito capiamo. Quella sera noi 7 capi squadriglia siamo saliti di livello, diventando provvisoriamente capi reparto!  Ma passata l’euforia generale, e una buonissima cena che, essendo capi , era stata preparata dai cambusieri e non da noi stessi, ci troviamo ad avere moltissime cose da fare. C’era tutta la mattinata del giorno seguente da organizzare, e poco tempo per farlo. Così, finito il fuoco, al posto di andare subito a letto, bisognava restare svegli e finire di organizzare le attività. Il giorno seguente infatti, ci sarebbe stata la giornata selvaggia. Il nome dice tutto: una mattinata da veri e propri selvaggi. Con un gioco a tappe (molto selvagge!) da noi organizzato, le squadriglie dovevano procurarsi il cibo da poter cucinare a pranzo, ma senza l’uso di pentole e piatti. Il menu, molto apprezzato da tutti, era fatto da peperoni ripieni al cartoccio...una bomba! E purtroppo, con la fine del pranzo finiva anche il nostro potere extra. La parte migliore di diventare capo reparto è stata senza dubbio vedere i propri reali capi flettere sotto tuo ordine! Ma, scherzi a parte, è stato molto interessante vedere tutte le cose..dall’altra parte.

Domenica, è già volata la prima settimana di campo. E’ la giornata dei genitori, in cui insieme ai genitori, viene su al capo anche una quantità industriale di roba da mangiare! L’atmosfera al campo è molto bella, le famiglie sono felici e tutti stanno bene. Ma i genitori non sapevano ancora cosa li aspettava nel pomeriggio.. Chiamo gli altri capi squadriglia “Ragazzi! E se facessimo fare...qualcosa a questi genitori? Cioè, ieri abbiamo organizzato un bellissssssssssimo gioco a tappe selvagge...perché non riproporglielo?!” E così per un pomeriggio i nostri cari genitori si trovano divisi in squadriglie, con un proprio nome e un proprio urlo. Corrono, giocano e ridono , sono agguerriti  e vogliono vincere ogni sfida!  Alla fine del gioco sono tutti entusiasti, e un genitore ci si avvicina tutto contento. “Ragazzi, grazie siete stati fantastici! Era da tanto che non mi divertivo così tanto. Sono tornato un bambino oggi! Il clima in questo campo è stupendo, siete proprio un bel gruppo. ” E sono queste le frasi che poi, salutati tutti i parenti e dopo il fuoco, ti fanno addormentare con un sorriso enorme.

 

“Allora ragazzi, le cose stanno così. Per le missioni di squadriglia, noi avremmo trovato le baite in cui mandarvi a dormire maaa...non vi assicuriamo che ci starete molto comodi. Sono molto piccole, potrebbe esserci la possibilità...sì insomma...di dormire...eeehm...anche seduti. Vi va o no di andare?” Ma che razza di domande sono?! E così lunedì pomeriggio si lascia di nuovo il campo per andare in missione di squadriglia! Si parte cioè solo con la propria squadriglia, al massimo con un’altra o altre due, e si raggiunge un punto segnato nella cartina che ti danno i capi. Lì si dorme, e la mattina seguente si torna al campo. “Bene, Volpi, Falchi e Antilopi siete in questa baita, è la più grande. Siete in 15 e io ho calcolato che ci stanno circa 11 persone, vi stringerete. Gazzelle e Bufali in questa, non c’è la stufa, vi scalderete sotto i sacchi a pelo. Cervi e Aquile, voi siete qui, anche la vostra è piccolina e un po’ lontana, ma sono sicuro che ce la farete!” Con queste parole molto confortanti, partiamo con degli zaini pesantissimi, con tutti i viveri, i sacchi a pelo, e gli stuoini. La strada non era lunga, ma la salita era molto ripida e lo zaino pesava sempre di più. C’erano parecchi ragazzi che rimanevano indietro ed erano in difficoltà. Ed è in questi momenti che vedi i tratti più forti e importanti dello scautismo. I più allenati incitavano e aiutavano chi era stanco, e chi era già arrivato su tornava indietro a prendergli lo zaino. C’era una fortissima collaborazione e unione tra tutti, anche di diverse squadriglie. In 8 anni di scout ormai dovrei essere abituata a queste scene, ma restano sempre molto impresse ogni volta che le rivedi. Ci troviamo tutti in una stessa malga, il punto da cui poi ci si divideva per arrivare alle diverse baite. Ma lì la tentazione di restare tutti insieme diventa troppo forte, e proseguiamo tutti nella stessa direzione! I Cervi e le Aquile invece riescono a resistere, e continuano per la loro baita. La situazione quindi era questa: 23 ragazzi in una baita da 11. Incastrare i materassini era molto simile a una partita di Tetris, e, non chiedetemi come, ce l’abbiamo fatta! La nottata stava passando molto allegramente, senza nemmeno bisogno di accendere la stufa per scaldarci talmente eravamo stretti, quando, poco dopo aver spento tutte le pile e esserci infilati nei sacchi a pelo, abbiamo iniziato a sentire dei forti rumori e tonfi sul tetto. Urla, panico, ma in realtà anche tante risate, e nessuno che sapeva cosa fare. “AAAAAAAH! Abbiamo la capre sul tetto, aiutooo!” “Andrea, tu che sei un uomo apri la finestra e guarda cosa succede!” “Ragazzi, c’è un uomo. Vi dico che lì fuori c’è un uomo!” e nessuno che ascoltava il povero Andrea terrorizzato. “Ragazzi, oddio c’è una mucca qui!” E non chiedetemi perché, ma alla parola MUCCA si scatenò il panico in baita. E i rumori continuavano, sempre più forti. A un certo punto sentiamo Andrea che urla e per poco non fa un infarto. Guardo fuori dalla finestra e vedo un uomo con in testa una maschera da cavallo. La maschera dei capi! Che sono fuori dalla baita e stanno ridendo tantissimo! E che poi entrando ci hanno spiegato che non erano capre quelle sul tetto, ma sassi lanciati da loro (e a dir la verità anche un malgaro che ci saltava sopra...diciamo che non era del tutto normale quell’uomo! ). I capi non sembrano felici di trovarci tutti insieme, ma se ne sarebbe discusso il giorno dopo, arrivati sani e salvi al campo. Martedì sera si va a letto stanchi, con tanta voglia di riposarsi. Tocco il cuscino e mi addormento. “Ragazze!! Svegliatevi!! Non avete sentito tutti i petardi?? Erano qui, davanti alla nostra tenda!” urla in panico la Giulia. Io e tutte le altre le rispondiamo parecchio male. “Giulia stai zitta e lasciaci dormire!” In fase di coma profondo, sento la cerniera della tenda che si apre e le voci dei capi. E poi la Giulia ricomincia a parlare “Ragazze, c’è il gioco notturno!! Mi hanno lasciato giù un foglio, bisogna decifrarlo!” Mezz’ora dopo circa, rendendoci conto di cosa stava succedendo, riusciamo a svegliarci tutte. Tanti maglioni pesanti, e via sotto le stelle a sfidare tutte le altre squadriglie. Un gioco notturno organizzato molto bene, che è finito con un fuoco gigantesco.

Bè, di mercoledì c’è solo una cosa da dire: quel giorno, oltre a rimanere per sempre nella mia mente, rimarrà anche sempre ben impresso nel mio ginocchio!

Ecco, si chiama percorso Hebert...un percorso nel bosco con vari ostacoli e strutture costruite da noi e dai capi, da fare nel minor tempo possibile. Bellissimo il finale con una scivolata sul telone saponato, peccato solo che io non sia riuscita a farlo. Poco prima di arrivare al telone sono scivolata proprio su una punta di ferro, che ha ben pensato di farmi un buco nel ginocchio! E prima di me, quello stesso maledetto ferro aveva ben pensato di piantarsi anche nella..eeehm, sì, nella chiappa, di un’altra sventurata! Così la giornata si conclude prima in guardia medica, e poi in ospedale. Ma il campo va avanti lo stesso, tra bende e medicazioni. Un buco non potrà mai togliere il sorriso a due ragazze cacciate come noi! :)

La mattina seguente tutti coloro che non hanno buchi in più giocano le ultime partite di palla scout del torneo, iniziato i giorni prima. I Bufali vincono il torneo maschile, mentre le Antilopi quello femminile. Ma l’attività più importante e difficile della giornata è l’attesissima gara di cucina! Ci si organizza in fretta per il menu e si accendono i fuochi. Soddisfatti e con la pancia mooolto piena, nel pomeriggio facciamo l’ attività dell’ultima squadriglia che rimaneva.
E siamo arrivati a venerdì. L’ultimo giorno intero del mio ultimo campo esploratori. Il giorno dopo infatti il campo sarebbe stato smontato e tutto sarebbe stato caricato sui camion, per poi partire dopo pranzo. La mattina i capi annunciano i vincitori della gara di cucina, i Bufali. Subito dopo si comincia un attività molto bella organizzata dai capi. Era il gioco finale, e quindi la nostra ultima chance di salvare la terra dall’ apocalisse! E così fu.  Dopo l’ultimo pranzo con tutta la squadriglia cucinato in angolo, la chiusura definitiva del campo: un consiglio della legge (un giro di opinioni su com’è andato il campo) strappalacrime, talmente tanto era l’entusiasmo di tutti. Le uniche frasi non felici erano quelle sul tempo. In effetti rileggendo tutto mi rendo conto di non aver mai parlato della pioggia. Dovete sapere che, invece, piovve quasi ogni giorno. Certo, non era bello dover interrompere le attività per andare a coprirsi, ma questo non bastò a scoraggiarci. Pensate, siamo anche arrivati a improvvisare un fuoco senza fuoco una sera! Con la pioggia era impossibile accenderlo, ma, accontentandoci di una lanterna in centro al cerchio e con i k-way addosso, abbiamo passato una bellissima serata, fregandocene dell’acqua. “Sforzati sempre di vedere ciò che splende dietro le nuvole più nere...” diceva Baden Powell. Penso sia questo l’insegnamento più forte di tutto il campo, che tutti sono riusciti a cogliere.

“Al primo posto, vince il campo estivo 2011, Lago di Ledro, reparto Andromeda......la squadriglia........Gazzelle!” Bravissime ragazze! Potere alle donne! Noi Volpi ci accontentiamo di un terzo posto :)

Sì, questo campo si può proprio riassumere in parole come entusiasmo e tanta, tantissima voglia di fare, ma anche unione. Proprio quest’anno che si sono creati legami così forti, mi tocca lasciare il gruppo. E l’ultima  sera, dopo un fuoco animatissimo, quando tutte le tue squadrigliere vengo lì da te ad abbracciarti dicendoti che non vogliono che tu passi in noviziato, è inevitabile trattenere una lacrima. Penso di avere lasciato loro tanto, le ho viste crescere in sole due settimane. Ma sono anche loro ad avermi trasmesso moltissimo, dando sempre il meglio in ogni situazione.

Finito il fuoco noi dell’ultimo anno restiamo lì intorno ancora un po’ con i capi. E’ la nostra ultima notte di campo, non può assolutamente finire come tutte le altre. Senza farci sentire dai capi, organizziamo una cosa che sarà difficile dimenticare. La sveglia è regolata alle 3 di notte, quando siamo ormai sicuri che tutti dormano. Ponchi, materassini, sacchi a pelo e tante coperte sono già pronti. Portiamo tutto vicino al fuoco, lo riaccendiamo e ci sistemiamo per trascorrere fuori la notte. E fatalità quella notte la stellata è splendida. Vediamo anche le stelle cadenti! Restiamo lì sdraiati, in silenzio. Mi viene in mente tutto quello che è successo in questo campo, e con un po’ di nostalgia penso anche che una tappa del mio percorso scout sta finendo. Non credevo di potermi legare così tanto a delle persone, e invece è stato così. Il desiderio che esprimo vedendo una stella cadente è quello di rimanere ancora in reparto. Ma in fondo non è davvero ciò che vogliamo. Un amico mi ha detto che tutte le cose devono finire, soprattutto le più belle. Riflettendoci non è una frase del tutto giusta, ma in questo caso ci sta!

Un grazie in particolare ai nostri capi, che hanno saputo rendere questo campo indimenticabile.

Sempre scout. Fieri di esserlo!

 

Ada Castellucci

 

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Commenti: 3
  • #1

    Carlo (domenica, 25 settembre 2011 11:59)

    Uooooo!!!
    Fantastico!
    Non dimenticherò mai queste 2 settimane stupende!
    Leggere il tuo articolo mi ha fatto venir voglia di iniziare un nuovo campo, anche se so che sarà senza di voi... Mi mancherete un sacco quest'anno, futuro noviziato ;)

  • #2

    Camilla (domenica, 02 ottobre 2011 14:11)

    Ada è stato come rivivere il campo, leggere il tuo racconto. Mi sono divertita un sacco quest'anno, è stato semplicemente fantastico. Grazie di tutto :)

  • #3

    serena (lunedì, 03 ottobre 2011 18:16)

    è bello il tuo racconto ada t.v.b.x.s.